mercoledì 23 dicembre 2009

capitolo undicesimo

Ci sono libri che racchiudono tra le loro pagine un capitolo della mia vita.

..ora so che il nostro mondo è tanto instabile quanto un'onda che si innalza in mezzo all'oceano. Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta.

Arthur Golden - Memorie di una geisha


La forza della volontà. La coscenza di se stessi e dei propri obiettivi. La consapevolezza che in ogni momento della propria vita si è soli dinnanzi a se stessi.

martedì 22 dicembre 2009

io voglio, tu vuoi, egli ottiene

Ogni volta che desidero ardentemente qualcosa mi torna in mente quella puntata de “Ai confini della realtà” nella quale lo sfortunato protagonista vede realizzarsi tutti i suoi sogni, per poi rendersi conto di aver commesso madornali errori di valutazione nel formularli. Ora vado a memoria, ma mi pare che l’incipit recitasse qualcosa del tipo

“Fate attenzione a ciò che desiderate, perché potrebbe realizzarsi”.

Ecco, poiché quella puntata non la trovo e in effetti sarebbe un po’ lungo “constingervi” a guardare 40 minuti di filmato, riporto una versione, credo greca, che ho studiato al liceo. In queste poche righe la saggezza degli antichi si esprime lapidaria e limpidissima.

“Mentre tutti i siracusani si auguravano la morte del tiranno Dionigi per l'eccessiva severità dei modi e la ferocia di animo, soltanto una vecchia ogni giorno pregava gli dei affinchè il tiranno non morisse. Quando Dioniso venne a saperlo, incuriosito per l'immeritata benevolenza, fece chiamare la vecchia e chiese il perchè facesse questo. Allora quella: lo faccio ben consapevolmente. Quando ero giovane e i siracusani erano oppressi da un crudele signore, io pregavo per la sua morte. Quando quello fu ucciso, un tiranno ancora più malvagio prese il potere e noi chiedevamo agli dei la sua fine. Ora sei venuto a governarci tu, che sei malvagio quanti altri e crudelissimo. E per tale ragione, nel timore che alla tua morte ti succeda uno ancora peggiore, prego gli dei che ti conservino a lungo.”

mercoledì 9 dicembre 2009

E il titolo? chi ci pensa al titolo?

Delle volte succede. Si crede di condurre placidamente la propria esistenza, poggiandoci su alcuni presupposti basilari, che ne so io...

  • la veridicità delle leggi di Murphy
  • l’eritema a fine anno
  • le carie prima dei viaggi
  • l’attesa degli alieni
  • il fatto che l’accademia della crusca coni termini difficilmente riutilizzabili (ecco, prendete “infopovero”, ovvero colui che non ha una sufficiente conoscenza delle tecnologie e dei progressi dell’epoca moderna e che per questo risulta svantaggiato nella vita sociale e/o lavorativa)
  • le previsioni del tempo non sono una scienza esatta (e le nonne alle 10 del mattino ne hanno già viste almeno qualche decina di edizioni)
  • le zanzare sono utili solo per ravvivare qualche noiosa conversazione estiva, discutendo sull’onere di avere il sangue dolce, o forse la pelle sottile (e quindi le vene più facilmente individuabili dal suddetto insetto) o magari additando la causa ad una lasciva igiene personale e di essere quindi per questo o quel motivo il bersaglio prediletto delle zanzare di casa.

e invece.

un placido mercoledì pomeriggio arrivano questi due ricercatori, che col loro fare serio e composto spiegando in termini scientifici e irreprensibili perché le zanzare pungano questa piuttosto che l’altra persona.

Non c’è più nulla lasciato al caso, non ci lasciano più sognare..
Ecco, vi riporto l’articolo, perché possiate diventare un po’ meno infopoveri anche voi.


"NONOSTANTE il fatto che siamo vicini all'inverno in alcune aree d'Italia le zanzare sembrano non voler abbandonare il territorio e qua e là continuano a punzecchiare le persone. Difficile combatterle, tanto che a volte sembra che nessuna sostanza anti-zanzara sia realmente efficace. Ma almeno adesso si è capito il perché. Un gruppo di ricercatori dell'Università della California ha identificato l'odore naturale che, emesso da uomini, uccelli e altri animali, attira più di ogni altra cosa i piccoli insetti. La ricerca è stata eseguita per combattere soprattutto le zanzare Culex che trasmettono il virus del Nilo occidentale e altre malattie che possono essere anche mortali, ma si è poi scoperto che le conclusioni valgono anche per molte altre specie di zanzare. L'entomologo Walter Leal e il collega Zain Syed hanno scoperto che il nonanal, emesso dall'uomo, è la sostanza che attira le zanzare verso il sangue. Il nonanal è un prodotto chimico complesso, la cui molecola è composta da carbonio, idrogeno e ossigeno. Esso viene usato anche per produrre alcuni profumi. Dai chimici, il nonanal è definito come un "semiochimico", ossia una sostanza chimica che trasmette un messaggio. "E' attraverso il nonanal che le zanzare ci trovano. Le antenne della Culex quinquefasciatus si sono sviluppate per individuare anche le più piccole concentrazioni di nonanal. Esse infatti hanno perfezionato i neuroni che captano tale sostanza", ha spiegato Leal. Analizzando i dati della ricerca John Carlson, uno scienziato specializzato nell'olfatto degli insetti, ha descritto lo studio come "un passo fondamentale per capire come le zanzare inseguono le persone per cibarsi del loro sangue". Quando una zanzara Culex si ciba del sangue umano, rilascia il virus del Nilo e questo succede sia quando punge una persona che un uccello (che risulta il miglior serbatoio per il virus), un cane, un gatto, un cavallo e molti altri animali. Dal 1999 ad oggi il Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti ha registrato poco meno di 30mila casi di infezione di virus del Nilo di cui più di 1.000 sono risultati mortali. Per essere certi che fosse proprio il nonanal ad attirare le zanzare, gli insetti sono stati sottoposti all'odore emesso dalla pelle umana di neri, bianchi, cinesi, caucasici, latini e indiani di età compresa tra i 20 e 55 anni. Eliminando di volta in volta le varie sostanze chimiche si è trovato che le uniche che attirano realmente le zanzare sono l'anidride carbonica, ma molto di più proprio il nonanal. Se le due sostanze sono presenti in coppia poi, per una zanzara diventa facilissimo trovare l'obiettivo. "Abbiamo provato a produrre un gas prodotto da sola anidride carbonica e uno da anidride carbonica e nonanal. Nel secondo caso abbiamo attirato un numero di zanzare doppio rispetto al primo", ha spiegato il ricercatore che ha pubblicato la sua scoperta su Proceedings of the Natioanl Adademy of Science".

Ma poi, soprattutto, che minchia è sto nonal??

venerdì 27 novembre 2009

pensiero

Tra vent'anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
- Mark Twain -


Ci sono giorni in cui serve ricordare a se stessi in cosa si crede, giorni in cui si ha la tranquillità per staccarsi dal contingente e distendere la mente sul proprio animo.

Chiunque voi siate, dovunque viviate, vi dedico questa citazione. Perché vi faccia riflettere oppure no, perché sia un monito o una conferma, perché vi colpisca come pietra o vi scivoli via come acqua sulla pelle. Ve la dedico con l'augurio che divenga vostra, così come io cerco di farla mia, giorno dopo giorno..

martedì 17 novembre 2009

e in quei giorni io non andrò al lavoro.

Sono una donna in attesa (non di altre creature).
Cerco di non pensarci, magari evito di bloggare per un po’, scrivo stupidate sui social network vari, mi riempio le serate con corsi di vario tipo.. cerco insomma di fischiettare in mezzo alla pozza di sangue con cadavere annesso per poter dire “no no, io non so nulla, passavo per caso di qui.
E invece aspetto. aspetto di continuo.
E mentre cercavo un modo per farmi passare più velocemente il tempo in attesa di certe risposte, l’illuminazione. MAPORCABAGASCIANANATROIA. ma perché mi metto sempre nella situazione di essere in attesa? è evidente: il mio più grande problema è che non parlo. io faccio domande:

  • ti va se…?.
  • cosa dici se?
  • tu cosa ne pensi di..?
  • io andrei, tu che fai?

E poi ci sono quelle cose che invece continuerò ad aspettare finché vivo.
  • l’arrivo degli alieni
  • l’inversione dei poli magnetici
  • la teoria unificatrice delle forze naturali.

La morale? la conclusione? non c’è. non ogni storia ha un finale, non ogni cosa ha un perché, non tutte le frasi hanno un punto, non tutti i gelati d’estate si sciolgono, per ogni casa non c’è un gatto, le serie tv spesso non hanno senso, le pannocchie rubate sono più buone di quelle del nonno, csi ci mette un’ora a risolvere i casi qui in Italia ci vogliono due anni per scoprire che non tutte le prove sono state catalogate. quindi perché mai proprio i miei post dovrebbero avere sempre un senso?

venerdì 2 ottobre 2009

ma perchè c'è n'è così tanti?

io certa gente proprio non la capisco. Quelli che l’apparenza è la cosa più importante. Innanzitutto. Quelli che non fanno le cose perché lo vogliono ma solo perché genera un buon ritorno d’immagine. Quelli che con i bambini sono ciccicicci se c’è il genitore in zona per poi ignorarlo appena il bimbo è solo e nessun adulto è presente per elogiarlo. (salvo poi dire che pure desiderano diventare genitori, immancabilmente davanti alla fidanzata). Quelli che si fanno martiri, solo per fartelo pensare a vita. Quelli che ti faccio un favore solo per sentirmi buono (e, si, come sempre, rinfacciartelo a vita).
Buono? mi faccia il piacere, mi faccia. buonista del cazzo.
C’è poi la categoria dei convinti. Quelli che davvero pensano di essere una spanna sopra gli altri, quelli che pensano di fare sempre le cose meglio degli altri, prima degli altri. quelli che solo loro hanno capito, che è un gran onore solo sedere allo stesso tavolo. Quelli che ti spiegano anche come vanno in bagno. sono quelli che rispondono ad una mail dopo 3 giorni perché se ne erano dimenticati e ti dicono che l’hanno fatto per “mettere al loro posto” il destinatario di turno. ma lo fanno per te, sempre. ovviamente. perché se hai tutto quel tesoro dentro di te DEVI far vedere agli altri come briluccica.

mercoledì 16 settembre 2009

I have a dream

I have a dream, sogno un mondo nel quale uomini e donne, ragazzi ed anziani, potranno mettersi alla guida della propria automobile, selezionare la destinazione desiderata e, guidando, seguire le indicazioni dei cartelli, che automaticamente, qualunque sia il luogo in cui si trovino, non importa quanto lontana possa essere la meta, indicheranno fin dalla partenza, fin dal primo bivio, la direzione da prendere per giungere al luogo desiderato.
I have a dream. Un sogno nel quale il mondo si libererà di fili, cavi, tubi e quant'altro. Un mondo nel quale tutto sarà wireless, internet wi-fi, corrente wireless, acqua wireless.
I have a dream. Sogno il giorno in cui impareremo a flettere le leggi della fisica a nostro piacimento, un mondo nel quale un litro d'acqua non occuperà necessariamente il volume di un cubo di 10 cm di lato, ma potrà essere compresso in spazi più ridotti.
I have a dream, molti in verità, ma se anche solo uno di questi un giorno verrà realizzato, io sarò una persona incredibilmente felice (e mi aspetto il nobel per la fiducia nel progresso, porcalamiseria!).

giovedì 3 settembre 2009

ecco, se non sai cosa dire, non dirlo.

come ogni sera, nel miserabile tentativo di prendere sonno, decido di leggere. Ieri mi convinco che è arrivato il turno di Geo, che da agosto giace, non letto, sul comodino. Apro e subito in prima pagina mi trovo una lettera di una certa, boh, Caterina, che spiega al direttore della testata in questione (spinta da un sondaggione del mese precedente) quale sia il processo mentale che la spinge, di mese in mese, ad acquistare il suo amato Geo. Comincio a leggere. Tralascio che dica subito che in pratica non sceglie, e che tutt’al più ha scelto, visto che al momento è un'abbonata. Capisco però di aver fatto un terribile errore circa alla quinta riga, quando, tutta contenta, Caterina, Cristina, Elisabetta, vabbè, si dipinge come una persona che (apro le virgolette, ma vado a memoria) “nella vita agisce d’impulso e prende decisioni che non si rivelano sempre felici” (ometto il pensiero, “chissà se l’abbonamento a Geo è tra queste scelte infelici”). E fin qui, penso io, niente di strano, famiglie intere che agiscono d’impulso, delle volte pentendosene. Riga successiva: “sono sempre stata contenta delle mie scelte”. Rileggo, giuro, un paio di volte finché mi arrendo alla constatazione che il direttore di una testata ha davvero permesso la pubblicazione di una lettera con pesantissimi errori sintattici-lessicali o quel che volete.
Io, che è evidente, voglio farmi male, a questo punto procedo ancora più convinta nella lettura, chiedendomi se alla fine uscirà il tanto famoso Deux ex machina che come nelle migliori tradizioni risolve ogni mistero e rimette le tessere al loro giusto posto. Subito accontentata tre righe dopo leggo “sono una persona riflessiva”. riflessiva, signorina, lo sa che non è sinonimo di impulsiva?
La chicca: alla fine di questa lettera, che è un affronto ad ogni lettore dotato di un minimo pensiero logico-razionale, giustifica (immagino io, anche se dubito seriamente che il testo abbia ricevuto una seconda lettura dall’autore) l’APPARENTE contrasto tra le due affermazioni dicendo “cioè, io rispondo/agisco velocemente, ragion per cui appaio impulsiva, ma in realtà ragiono più velocemente degli altri per cui faccio tutti i pensieri necessari solo che VOI magari non ve ne accorgete”.

Ecco, cara Francesca, Giuseppina o come caspita ti chiami. Io credo, in verità, che ragioni COSI’ velocemente, che i tuoi pensieri fuoriescono attraverso la tua bocca o in questo caso la tua penna senza che tu ne abbia la seppur minima coscienza. Anzi, mi auguro per te che sia così. E, scusi, signor direttore, io avrei una domanda. Ma proprio dal profondo del cuore. Ma lei questa lettera l’ha pubblicata per metterci a parte delle profonde risate che si è fatto leggendola, vero?

venerdì 7 agosto 2009

#2

Se voi foste un insetto, uno di quelli carini, chennesoio una libellula o una lucciola, ma anche uno di quelli un po’ meno carini, ma insomma, se poteste senza pensieri volare dove il vento vi porta, ignari di ogni cosa, liberi da impegni o doveri, senza altro obiettivo se non quello di arrivare a sera, beh, cazzo, volereste a un metro e mezzo sopra la strada?? dico, con tutto lo spazio che c’è??? per morire SPIACCICATI sul mio parabrezza? Lezione di vita numero due: solo perché si può fare non è detto che vada fatto. Riflettere.

martedì 4 agosto 2009

Twittarhol

Eccomi qui, di nuovo davanti ad un foglio bianco, di nuovo con la sensazione di aver bisogno di riempirlo senza sapere ancora cosa ci riverserò. Ultimi giorni un po’ strani, come sempre molto più nella mia mente che nel mondo reale. A volte penso che in fondo la realtà mi sia funzionale solo per elaborare qualche pensiero, che mi sappia stupire qualche minuto, osservarlo incuriosita per poi accantonarlo e ricominciare ad osservare, sempre affamata di nuovi punti di vista e cose su cui pensare. mi dicono che sono un’insoddisfatta, si è vero. se per soddisfatta si intende una persona tendenzialmente felice dell’immutabilità di se e di ciò che la circonda. io bramo. sempre e sempre di più. Ma come dicevo sono giorni strani, mi sembra di essermi costruita un caldo nido e di averci passato gli ultimi mesi. Forse avevo bisogno di una pausa da me, di capire finalmente cosa sia la soddisfazione, di sentimi per una volta, davvero appagata. Ora è però il tempo di ripartire, anche se lo so, questo significherà avere di nuovo freddo.
Nel frattempo ho imparato nuove cose:

  • regola di vita uno (uno, solo perché m’è venuta in mente per prima): se puoi farlo domani fallo subito. Ho ritrovato bigliettini DAPPERTUTTO con scritto “to do”. Per una smemorata cronica come sono io neppure riempirsi le pareti di bigliettini gialli è più sufficiente. me ne sono assuefatta, ormai non li vedo più.
  • se c’è scritto TO DO e non lo fai = opportunità persa. Male
  • soprattutto se affannosamente cerchi di restare al passo coi tempi
  • ho notato con piacere che siamo passati dai 15 minuti di celebrità di Warhol ai 12 secondi di Twitter. mi pare meglio, io 15 minuti non li saprei gestire, passerei per diecimila argomenti senza concluderne uno.
  • un po’ come faccio con i miei post. che mi piacciono per quello: perché mi esprimono con coerenza.
KissKiss

mercoledì 22 luglio 2009

per ogni età..

Non c’è niente di peggio di trovare un camion che va a 40 km/h nel tragitto casa/lavoro e che non riesci a superare. E così m’è salita la carogna, quella nera, nero pece, cattiveria pura che da qualche giorno cercavo di dissimulare, coprire, ignorare, minimizzare. Ma come puoi ignorare:

  • chi paragona te e tutti i tuoi colleghi a dei cani? capaci solo di rispondere ad uno stimolo, in grado solo di aver fame al suono di un campanello?
  • ricatti morali, per i quali mantieni il tuo posto di lavoro a patto di piegarti ogni giorno? io mi sento sporca dentro quando scendo a patti con chi mi chiede orari e modi di lavorare che si addicono ad uno schiavista. o quantomeno adatti ad una persona con una qualche forma legale di contratto.
  • cinquantenni insoddisfatti, col l’alito pesante e i capelli unti che in vista di un colloquio con una bella-e-bionda-ragazza si radono e si vestono a festa?
  • quarantenni malvissuti, timorosi di ogni giudizio, così spaventati dall’idea di non essere accettati dal gruppo di cui vorrebbero far parte che sono disposti anche a stracciare propria dignità per una carezza di un qualche cinquantenne insoddisfatto
  • ma anche certe trentenni sulla soglia dei quaranta non scherzano. amanti morali del capo, pendono dalle sue labbra come fosse il manico dell’ultima ambita borsa Gucci della collezione invernale. Attente ad ogni minimo movimento, velocissime a scuotere la testa all’unisono di chi in quel momento detiene il potere, pronte a gettare dalla famosa torre chi non è gradito dalla corte, felici di sporcarsi le mani, ignare del fatto che sono alla destra del capo solo ed esclusivamente per quest’ultimo motivo.
  • d’altro canto, come puoi ignorare il sottile piacere di sapere ciò che la monarchia ignora? sapere cosa succedere da qui ai prossimi due mesi, pregustarti lo spettacolo in prima fila della lenta discesa di chi crede che nella vita tutto si ottenga sgomitando, guardando “dall’altra parte” e calpestando. hihihi. Una risata vi seppellirà.

venerdì 3 luglio 2009

ce la farò, ce la farò... mmh.. omh-omh-omh

Oggi sono sola in ufficio. ed ho capito che

  • c’è chi indice riunioni. e poi non importa se quelli che ci devono partecipare sono in ferie da giorni
  • per preservare il lato divertente della vita è importante avere qualcuno nelle vicinanze con cui condividerlo. o commentarlo. insomma, è importante mantenere vivo lo spetteguless!
  • alcune persone si conoscono solo dopo averle aggiunte ai contatti Facebook.
  • la felicità si compra! chi l’ha detto che non si può? per me è in vendita all’edicola a 3.90 euro nell’accoppiata estiva jack+Focus.
  • il filtro della macchina del caffè è spesso sporco, brutto, nero, bruciacchiato, ma è FONDAMENTALE. In alternativa, togliendo il filtro e aggiungendo al posto della polvere di caffè della polvere colorata, in pochi minuti e senza fatica potrete avere la cucina (ma anche le altre stanze, perché no, basta miniursi di fornelletto da campo) di un trendissimo effetto “spruzzato”. si consigliano moke da 12 per le stanze di oltre 10m quadrati.
  • a casa mia gli alcolici, le cose facilmente ingeribili (belle e colorate) e tutti i detersivi sono ad altezza bimba di circa un anno e mezzo.
  • devo avere una malattia che impedisce il coordinamento mano-occhio, in particolare nelle vicinanze di una serratura.
  • devo concentrarmi sul fine settimana se voglio resistere all’ultimo mese di lavoro prima delle ferie, dopo 8 mesi praticamente senza pause

giovedì 18 giugno 2009

carillon e bambole di pezza

Oddio, come sia arrivato non lo so. ma d’improvviso è calato un velo di malinconia.. La sensazione di star guardando il sole al tramonto: uno spettacolo bellissimo, ma che sai essere al termine. Non temo la notte, so trovare e ammirare lo splendore di ogni cosa. e non uso questa metafora perché credo che stia per arrivare un periodo buio. no, anzi, e se poi così dovesse essere, dopotutto perché preoccuparsene in anticipo? chissà, forse prima che arrivi sera sarò in un aereo e dall’altro capo del mondo assisterò ad una nuova alba. E’ forse più corretto paragonare questo velo di malinconia a quella sensazione che si prova quando arriva l’ultimo giorno delle vacanze più belle che tu abbia mai fatto.. Eppure continuo a non capire il motivo di questa sensazione. Non c’è nessun cambiamento in vista nella mia vita, anche se ci sono stati. e sono stati bellissimi perché voluti, cercati, combattuti. Oggi, vittoriosa, depongo le armi e mi guardo attorno, osservo il campo di battaglia. Lasciate molte città fa le disillusioni, stretti lungamente a me quelli che non se la sentivano di continuare, abbandonate le facili speranze e le promesse d’incanto, ora c’è determinazione e una grande voglia di continuare per questa via. Mi vedo al di là di un fosso, oltre il quale lascio gli sguardi di incomprensione di chi non capisce perché si debba combattere anche quando sembra che non ci sia nulla per cui valga la pena di farlo. Lascio coloro che si inchiodano a terra con corte catene e quelli che credono che i motivi per andare avanti, a testa alta, con gioia e voglia di lasciarsi stupire vengano dalla vita. sciocchi, non capiscono che siamo noi e l’ignoto di quello che ci accadrà l’unico motivo per cui è così bello continuare a lottare.

..ma dopotutto non possiamo portarci appresso tutti i giochi dell’infanzia..

giovedì 4 giugno 2009

0

sostanzialmente soddisfatta di me e di ciò che sto facendo, non particolarmente indignata per ciò che mi circonda, vivo serenamente, consapevole della fortuna di vivere in quiete anche solo per istante.

venerdì 22 maggio 2009

vuoto a perdere

venerdì pomeriggio, 25 gradi all’ombra (ma forse anche di più), ufficio semideserto. tu dimmi come faccio io ad essere produttiva. la mia mente ha saltato a piè pari tutto giugno ed è arrivata diretta a fine luglio, quando il caldo e la stanchezza ti lasciano la capacità di concentrazione di un’unghia di lumaca. e se anche un poco di capacità di concentrarti t’è rimasta, il pensiero del mare che si avvicina ti rende impossibile metterla a frutto proficuamente. Approposito di mare e giretti! Domani vado a Venezia! è incredibile come dopo tutte le volte che ci sono stata, ancora solo l’idea di tornarci mi renda felice. il pensiero di girare per le calli e i campi con quella la sicurezza del passo che ti distinguono anni luce da tutti quei turisti che magari ne percorrano le sue vie solo una volta nella vita, l’atmosfera, le gallerie che celano ristorantini da guida michelin, le stradine semideserte e sconosciute che la tagliano.. sono pensieri che mi illuminano per giorni prima di andarci.

E sarà meglio che cammini un bel po’ perché le teste pensanti a capo della mia azienda hanno ben pensato che per aiutarmi nella disperata e impari lotta contro ciccia e cellulite, fosse il caso di installare a circa 7 passi dalla mia scrivania una macchinetta distribuisci schifezze: merendine, patatine, arachidi, non saranno più semplici voglie delle 4 del pomeriggio, ma solide realtà da combattere. cos’ho fatto di male nella mia vita precedenteeeeeeeeeeeeee??

giovedì 14 maggio 2009

Prossima fermata

non intendo contestare, né sminuire come le persone decidono di passare il proprio tempo. Personalmente ho soltanto la speranza, alla fine della mia vita, di poter dire di aver vissuto, assemblando i singoli minuti, una settimana degna di essere definita VITA. Tuttavia, trovo assurde:

  • le persone che passano i sabati/venerdì e magari pure le domeniche nei minuscoli bar che fanno musica live e gli insignificanti gruppetti, 180 anni in 4 che ci suonano. l’obiettivo dei primi è restarci sordi, non ho dubbi. perché parlare non puoi, ballare poco perché sei stretto come una sardina, forse bere.. ma insomma, rimane uno scopo poco ambizioso.. dei secondi l’obiettivo è forse quello di credere di non essere dei 45enni sull’orlo di un’incipiente calvizie?
  • coloro che non fanno altro che criticare il modo di lavorare degli altri, che cercano di coglierli in fallo e di correre poi a raccontare ogni dettaglio all’ad/capo/responsabile del personale di turno. ora, a meno che tu non intenda compiere una scalata imponente (ma allora devi come minimo lavorare per una multinazionale o quasi. e ci lavori??) -e ovviamente non hai le capacità tecniche per farlo per merito- chettenfai? ti fa dormire meglio la notte? ti fa sentire meno incapace? meno in colpa per il tempo che perdi a spiare i colleghi?
  • e poi i miei preferiti: quelli che discutono sulle catastrofi plausibili, ma immaginarie. passando le ore a chiedersi che conseguenze avrà quella situazione, chi verrà più coinvolto se ne accade un’altra.. salvo poi trovarsi quasi dispiaciuti quando l’Armageddon non arriva. una montagna di piani b sprecati. I veri Mignolo e Proff dei poveri.
BASTAAAA. Fatemi scendereeeeeee

giovedì 30 aprile 2009

me and myself...

cerco sempre di scrivere nei momenti di positività, quando sono tranquilla, quando riesco a vedere il bello e il buono delle situazione e delle persone. e non solo perché mi piace pensare di essere così, di saper essere in questo modo nella maggior parte del mio tempo, ma anche perché in tutta sincerità penso che nessuno leggerebbe volentieri le lagne di un lagnona, no? trovo più interessante chi mi fa vedere il lato nascosto e meno ovvio della realtà. non di certo chi me la dipinge a tratti foschi perché così è più semplice. e sebbene questo spirito un po’ da Pollyanna decisamente mi piaccia e mi appartenga, ciò nonostante ancora so stupirmi di quanto, in fondo, sia meno autoimposto di quanto creda. La misura di quanto io davvero creda nella bontà delle cose e delle persone, la capacità di vedere il bene oltre ogni ragionevole dubbio me la dà il mio modo di reagire in ambito lavorativo. Io rido delle cose, delle persone, delle situazioni e in fondo questo rientra nella mia positività. così come allo stesso modo ci rido in modo più ironico, vedendoci il lato più sarcastico, il lato dolceamaro delle cose. Ma alla fine, se il mio capo mi dice che fino ad ora ha fatto tutto il possibile per darmi il meglio. cazzarola, ma io ci credo. se mi dice che più di così non era possibile fare, che davvero ci ha provato. beh, porcaccialamiseriaccio, non so fare a meno di credergli. così se adesso mi anticipa che con buona probabilità tra i tagli dell’azienda ci sarò anch’io, ma questa è stata una decisione che lo ha fatto soffrire dal lato umano e professionale, insomma il classico e sempreverde “ha fatto più male a me di quanto ne farà a te”.. ragazzi, ebbene io ci credo. non ci posso fare niente. razionalmente mi rendo conto che non dovrei farlo, che forse è nella sua convenienza mantenere un certo buon rapporto col collaboratore, che forse pensa che così il povero ex collaboratore né gli farà causa né parlerà male di lui ad altre aziende o ad altri possibili clienti.. ma irrazionalmente, nel mio cuore.. io davvero credo a quello che mi viene detto. Beh, ragazzi, per evitare ogni malinteso sappiate che io credo ogni santissima volta a Berlusconi, ai discorsi di fine anno del presidente, alle 7 donne su 10 che dicono che una crema funziona, alla pubblicità, alle recensioni dei film, ai concorrenti dei reality, ad Annamaria Franzoni, al mostro di Loch Ness, all’esistenza degli alieni (e a quella dei man in black). davvero, non ci posso davverodavvero fare niente…

giovedì 9 aprile 2009

a caccia di farfalle!

Ci sono cose che non ti aspetti. cose che fermano per qualche istante la tua vita e ti fanno riflettere. anche solo un minuto, anche solo quella frazione di secondo che renderà per sempre quella giornata significativa. e anche se non lo ricorderai, quel giorno sarà stato differente dagli altri.
E' il giorno in cui hai scoperto che esiste la morte, ad esempio. quel giorno nel quale d'improvviso hai capito che non era nè un'entità astratta, nè una di quelle cose che accadono solo nei film. o agli altri. o lontano da qui.
è quel giorno in cui credendo di andare a farti un giretto, mentre la tua dolce metà china di lato si massaggia la schiena scopri d'improvviso quanto è vera e quanto è senti incredibilmente forte dentro di te l'espressione "io voglio invecchiare con te".
quel giorno in cui tuo papà ti guarda con amore, così come ha sempre fatto, e tu te ne rendi conto.
quel giorno in cui perdi davvero la pazienza in macchina, smetti di sfanalare e passi al clacson. il clacson è una dipendenza, quando cominci ce l'avrai dentro per sempre.. e individui le persone che odierai quando sei in macchina: vecchi col cappello e signore in compagnia. e la signora che trovo la mattina e che non è capace di attraversare il secondo stop, che inchioda alla terza svolta (che ci siano, oppure no, macchine in arrivo) e a cui devo l'ottimo umore con cui varco la soglia dell'ufficio. queste sono persone per le quali dovrebbe essere istituito il divieto di transito:

  • nelle ore di punta
  • nelle strade di difficile sorpasso
  • nel mio percorso casa lavoro
no anzi sono persone a cui dovrebbe essere tolta la patente. e cosa dire dell'ora maledetta??? ore 9.15, fateci caso. se siete in giro in macchina scoprirete che quella è l'ora in cui tutti quelli che non prendono la macchina da almeno qualche decennio (e quasi sempre parliamo di vecchiette in compagnia e vecchi col cappello) pensano sia il caso di riporvarci. nel frattempo dimostrano chiaramente di aver dimenticato:
  • l'uso delle frecce: metteranno la freccia circa un paio di chilometri prima di svoltare, lasciandoti arrivare alla conclusione che probabilmente l'hanno solo inavvertitamente azionata. aspettano che tu stia per sorpassarli, poi girano. oppure girano. e poi mettono la freccia. nella migliore delle ipotesi la mettono mentre girano.
  • uso di pedali quali freno o acceleratore: proseguono con costanza encomiabile attorno ai 40 all'ora. oppure con fantasiosa alternanza passano dagli 80 ai 40, senza alcun motivo se non un desiderio manifesto di essere incidentati (e poi picchiati) dall'autista della macchina che li segue.
  • corretta percezione delle distanze: all'uscita dalle strade secondarie si immetteranno nella principale solo all'avvicinarsi della vettura che sopraggiunge nel senso perpendicolare di marcia
  • valutazione del rischio: accelerano in curva, rallentano nei rettilinei. se vedono una pozzanghera rallentano finchè non l'hanno superata. "signora, pensela de negar inte quela posa???"
mamma mia, ci potrei scrivere un libro! e, ops.. l'ispirazione delle giornate un po' romanticamente importanti.. l'ho persa! au revoir!!

venerdì 27 marzo 2009

21.03.2009

ti ricordi quella notte al mare? Siamo andati a dormire con le prime luci dell’alba, chiacchierando senza interruzione tutta la notte. Le ore sono volate seduti in quella terrazza guardando le luci che si riflettevano sulla banchisa, parlando di sciocchezze e di cose serie, di sogni e di progetti da realizzare, di amori passati e presenti, alternando le risate alle lacrime e poi ancora risate. Sono quelle tue risate che per sempre accompagneranno come fossero colonna sonora ogni mio ricordo di te.
Ciao Tony, alla prossima chiacchierata, di fronte al prossimo mare..

venerdì 20 marzo 2009

oggi, astronomicamente parlando..

è primavera! buon inizio di stagione! che sia bella, piacevole, frizzante, che ti metta voglia di fare, che allieti le serate, che porti nuovi libri di leggere e ritrovate consapevolezze, che faccia scoprire nuovi gusti di gelato o nuovi ingredienti da mettere nella tua ricetta segreta, che ti faccia ben sperare anche in quei giorni in cui piove e credi che non smetterà più, poi grandina pure, ma alla fine ti auguro semplicemente questo: la consapevolezza, in fondo al cuore che il sole e la brezza primaverili prima o poi arrivano sempre. e per festeggiare, in anteprimissima....
tadàaaa.....

"Sotto i cieli di Berlino". la mia ultima, come sempre personalissima, visione delle vacanze e dei miei poveri compagni di viaggio! Bacio stellini, dai che vi faccio venire (quasi) sempre bene!


venerdì 6 marzo 2009

iopensotupensieglipensa. se solo si parlasse di meno..

quando parli ed esponi la tua idea non vorresti sia condivisa? e se non condivisa, quantomeno compresa ed eventualmente accettata? quando esprimo un’opinione voglio che la gente dica “oh, si, hai ragione”. c’è solo un’altra risposta che posso accettare “ho capito cosa intendi, ma non lo condivido”. empatia: capacità di identificarsi con l’altro, con le altrui idee. è così difficile? Ma siccome, si, è così difficile, tendenzialmente mi professo apolitica, asportiva, a… però, oggi che così profondamente questa cosa mi infastidisce due cose le voglio dire. uno: questa crisi era necessaria. chennedica la gente, chennedica il popolo, le parrucchiere, gli operai, la mamma del mio capo, gli opinionisti e chi passa il tempo a professare di avere un’idea e a sentire il bisogno di esprimerla. questa crisi sarà lo spartiacque per un mondo meno inquinato, dal punto di vista morale (forse) e ambientale (necessariamente). sopravvivrà chi sarà green, ecocompatibile, eco solidale, eco qualcosa. serviva davvero arrivare ad una crisi del genere per capirlo? evidentemente si.. purtroppo. due: ho trovato un’utilità concreta per questo blog. esprimo qui il mio pensiero in merito al testamento biologico, visti i tempi biblici che ci vorranno affinché ci venga garantita la possibilità di comunicare “legalmente” la propria posizione: ritengo che la vita sia tale finché esiste la possibilità di viverla appieno (e quindi comprenderla, modificandola attivamente in base alle proprie volontà e secondo le possibilità che ci sono state date alla nascita). oltre non la definisco più tale. staccatemi la spina, tagliatemi cibo acqua e quant’altro. non intendo passare un solo minuto distesa su un letto senza possibilità di tornare a VIVERE.

venerdì 20 febbraio 2009

Trova la differenza

Bentornatabentornata da Berlino!!! che bella città! accogliente e cordiale come poche di quelle che ho avuto il piacere di visitare. assolutamente accessibile nei prezzi, comoda per i mezzi di trasporto e sicura anche di notte. sono proprio soddisfatta del mio ultimo viaggetto! doppiamente bello perché fatto con (quasi) tuuutti quelli a cui tengo di più. Ma, però, è bene sapere che a Berlino:

  • se di sera giri con una bottiglia di vino aperta in mano sei Berlinese a Berlino
  • se sgarri di due minuti dico due sei un disgraziato ritardatario cronico che manco ti guardano negli occhi da quanto orrore misto penaribrezzo provano per te
  • se viaggi con un bancario e un farmacista, al ristorante, non far fare i totali al farmacista
  • da noi ci sono i terroni. da loro i bavaresi
  • nei locali di moda ti dicono che devi aspettare taaaantissimo per avere un posto a sedere. Da buoni italiani ci siamo accampati, pronti per aspettare un paio d’ore. Tantissimo a Berlino vuol dire 15/20 minuti
  • se cambi gli ingredienti di una piatto stai facendo un grosso errore. Ti guardano con i loro grandi occhi azzurri, sbattono rapidamente le loro candide e chiarissime palpebre, scuotono la testa come per negare che una cosa del genere sia mai accaduta e ricontano i presenti in tavola (forse pensano che stai ordinando per altre strane persone che non vedono?). poi black out: dalle loro pupille hai la conferma che il cervello si sta spegnendo. Aspetta. Pian piano lampeggia il comando di avvio del sistema. Ecco, questo è il momento peggiore: se mentre si stanno riavviando (tu sei convinta che a questo punto la cosa è stata assimilata e puoi procedere tranquillamente) cominci a spiegargli i dettagli di come vorresti modificare il piatto che vuoi è fatta: riavvio in loop. Non capiscono neanche più di che piatto stavi parlando e in base agli ingredienti che pronunci cominceranno a togliere cose a caso dalle ordinazioni già fatte. In questo mi ricordano gli inglesi. ma con un’importante differenza: gli inglesi seguono le regole perché “così si fa” i tedeschi ce l’hanno dentro. avranno anche il cuore e gli organi quadrati che si incastrano a tetris?
  • se ci vai con Vince e lui dice a destra, meglio andare a sinistra. se secondo lui "di qua" è verso il centro, meglio dare una controllata "di là"
  • a Berlino serve un Tom. magari anche un Giulio, un Claudio, un Pietro. ma un Tom, o anche due, è meglio
  • se in aeroporto hai problemi col bagaglio a mano, sappi che puoi uscirne: ci metti una fetta di pane da un lato e un’altra dall’altro e alla guardia dici: “io nella mia merenda ci metto quello che voglio!”. sempre per l’elasticità del cervello di cui ho parlato prima è probabile che passi oltre i controlli mentre lo riavviano
  • al check-in, se in borsa hai un mazzo di accendini te li requisiscono. se il tuo portachiavi è un coltellino svizzero passi senza problemi. (e questo non lo commento!)

Auf Wiedersehen!!!

giovedì 29 gennaio 2009

onore al merito

“c'è chi non dice nulla per paura di offendere il re....
e chi non dice nulla perché se tiene quegli occhiali continua a sembrare un mona”

Eccolo qui. l’umorismo irriverente dei non allineati. di quelli che ancora sanno rifiutare il sistema che ci vuole tutti in riga, pronti a soccombere per l’amor di patria. ecco il guizzo di dignitoso disdegno del precostituito. una sana risata vi seppellirà tutti.


Difenderò con la vita l'identità dell'autore della citazione.


giovedì 15 gennaio 2009

Piacevolmente sorpresa

Mi hanno definito introversa. poiché avrei molto da dire al riguardo, e molto da recriminare a chi si permette di giudicare senza conoscere, ma d’altro canto voglio sapere ciò su cui esprimo le mie opinioni, effettuo ricerca sul web:

«L'introversione è un orientamento tipologico della personalità caratterizzato da un ricco corredo emozionale che, comportando un rapporto con la realtà prevalentemente intuitivo e empatico, obbliga il soggetto a interrogarsi, in maniera più o meno organizzata intellettivamente, sulla complessità che si cela dietro le apparenze, e quindi interferisce, in misura diversa, sull'adattamento al mondo così com'è.»

mmh! come inizio mi stupisce! credevo di trovare un crogiuolo di astratti e sterili cliché sull’argomento, a partire dalla definizione.. e devo dire che è uno stupirsi molto piacevole! con nuovo spirito continuo la mia breve ricerca, curiosità, giudizi/pregiudizi, riflessioni di natura psicologica:

  • gli introversi non sono necessariamente timidi. Le persone timide sono ansiose e spaventate o auto-lesioniste in ambiti sociali; gli introversi generalmente no. Gli introversi non sono misantropi, piuttosto, gli introversi sono persone che trovano le altre persone stancanti.
  • gli estroversi sono energizzati dalle altre persone, e appassiscono o si deprimono quando sono sole. per gli introversi, stare da soli coi propri pensieri è riposante come dormire, nutriente come il mangiare. Il nostro motto è: “Io sono ok, tu sei ok. In piccole dosi.”
  • quante persone sono introverse? “la minoranza nella popolazione normale, ma la maggioranza della popolazione dotata.”
  • nella nostra società estrovertistica essere aperti è considerato normale e quindi desiderabile, un marchio di felicità, sicurezza, leadership. Gli estroversi sono visti come generosi, vibranti, caldi, empatici. Gli introversi sono descritti con parole come: difensivo, solitario, riservato, taciturno. Parole nient’affatto generose, parole che suggeriscono una parsimonia emozionale e una personalità minore.
  • « In singolare contrasto col mio senso ardente di giustizia e di dovere sociale, non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e alla società in generale. Sono proprio un cavallo che vuole tirare da solo; mai mi sono dato pienamente né allo stato, né alla terra natale, né agli amici e neppure ai congiunti più prossimi; anzi ho sempre avuto di fronte a questi legami la sensazione di essere un estraneo e ho sempre sentito bisogno di solitudine; e questa sensazione non fa che aumentare con gli anni. Sento fortemente, ma senza rimpianto, di toccare il limite dell'intesa e dell'armonia con il prossimo. Certo, un uomo di questo carattere perde così una parte del suo candore e della sua serenità, ma ci guadagna una larga indipendenza rispetto alle opinioni, abitudini e giudizi dei suoi simili. » - Albert Einstein, Come io vedo il mondo, p.19 -

A questo punto lo devo ammettere: ho cominciato questo post con il preciso intento di smentire, punto per punto, perché e per come io non potessi essere definita introversa. e come spesso accade (per mia fortuna) ho cambiato completamente idea! Oh, siiiii! sono introversa! (ringrazio http://viasenzanome.wordpress.com da cui ho tratto il materiale riportato in questo post). E poiché non voglio rovinarmi questo inaspettato momento di gioia rimando ad un’altra occasione la filippica contro gli ignoranti (proprio nel senso di persone che ignorano), i superficiali e i dispensatori di pregiudizi. byebye

venerdì 9 gennaio 2009

Oggi

Levo un grido. un disperato appello. perché oggi ne ho la forza, perché oggi capisco che non si può far finta di non vedere, non ci si può più nascondere dietro mondi immaginari e fiabe di candida bellezza. Dietro parole di coraggio o silenzi di discorsi sospesi. Oggi guardo la realtà, nel suo essere più nuda e cruda, senza illusioni, senza moralismi, senza giudizi. Oggi mi permetto e posso soffrire per ciò che mi fa male, con il cuore in mano piango chi non sta bene, ricordo i giorni felici e anche quelli meno sereni. non per compianto, ma per semplice e assoluta onestà. perché oggi guardo in faccia chi mi sta di fronte e lascio che veda ciò che ho sempre nascosto. oggi non mi celo.